Scommesse illegali: operazione di polizia smaschera organizzazione in Toscana
La Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno dato esecuzione a una vasta operazione anticrimine nella provincia di Pistoia e Prato relativa al betting e giochi online.
Sono state emesse 12 misure cautelari personali (9 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) e sono stati disposti sequestri di patrimoni illeciti e di complessi aziendali per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Di seguito vedremo scommesse illegali: operazione di polizia smaschera organizzazione in Toscana.
"Fine Gioco" è il nome dell’indagine, condotta da parte della Squadra Mobile della Questura di Pistoia e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia.
Il sistema di attività illecite
Le indagini hanno permesso di ricostruire un articolato sistema di attività illecite, interconnesse tra loro, che includevano estorsioni ai danni di imprenditori, la gestione di sale adibite a scommesse clandestine.
L'inchiesta è stata innescata dalla denuncia sporta da una coppia di imprenditori di Montecatini Terme e Pieve a Nievole, vittime di estorsione da parte di un soggetto di origine cinese, spalleggiato da due pregiudicati italiani.
Il ruolo della Guardia di Finanza
La prima fase di indagini, affidata alla Squadra Mobile della Questura di Pistoia, aveva già fatto emergere la caratura criminale di due pregiudicati italiani e di un soggetto di origine cinese.
La Procura di Pistoia ha ritenuto opportuno avvalersi del contributo investigativo specialistico della Guardia di Finanza per approfondire la posizione di quest'ultimo e ricostruire il suo giro di affari illeciti.
Nel frattempo, la Polizia di Stato ha proseguito le indagini sugli episodi estorsivi e gli altri reati, come la gestione di sale per scommesse illegali in provincia di Prato e lo spaccio di droga in quella di Pistoia.
Il sistema di scommesse illegali
Le attività investigative, svolte anche attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, nonché riscontri sul territorio, hanno permesso di ricostruire l'esistenza di un fenomeno estorsivo e di un vero e proprio "sistema" di scommesse illegali e clandestine.
Tali scommesse erano effettuate sia online, su siti web clonati, sia in sale slot ubicate nel comune di Prato, formalmente intestate a cittadini cinesi, ma di fatto gestite da due dei soggetti sottoposti a misura cautelare.
Indagini condotte dalla Guarda di Finanza
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, basate sull'incrocio di dati provenienti da diverse banche dati, hanno fatto emergere che uno degli indagati, un 43enne di origine cinese, era una sorta di "primula rossa".
L’individuo sarebbe dedito da oltre vent'anni all'acquisizione occulta di attività economiche, che poi gestiva in spregio della normativa fiscale, spesso per interposta persona, spogliandole del loro patrimonio e senza pagare decine di milioni di euro di debiti in tributi.
Dopo aver fissato il proprio centro di interessi a Prato, questo soggetto ha iniziato ad acquisire imprese in diversi settori economici, anche nell'area fiorentina, per poi infiltrarsi, attraverso condotte estorsive, nell'area della Valdinievole.
Le frodi fiscali e l'elevato tenore di vita
Sulla base degli elementi di prova raccolti, è emerso che a partire dal 2017 il 43enne di origine cinese avrebbe gestito occultamente, senza mai apparire direttamente e intestandone la titolarità a parenti e affini di origine sinica, 6 società, di cui 5 tuttora attive.
Tali società sarebbero state utilizzate per perpetrare frodi fiscali, con false fatturazioni incrociate, sottraendo alle casse dello Stato oltre 544.000 euro, trasferiti in Cina grazie a documentazione fittizia.
Inoltre, il soggetto avrebbe manifestato un elevato tenore di vita, utilizzando auto di lusso prese in leasing dalle imprese controllate e frequentando esclusive località turistiche.
Pensieri finali
A conclusione delle indagini, la Guardia di Finanza ha dato esecuzione ai provvedimenti emessi dall'Autorità Giudiziaria, provvedendo all'arresto del cittadino cinese a Prato e all'effettuazione di 12 perquisizioni nelle province di Pistoia, Firenze, Prato e Lodi.
Sono state inoltre sequestrate disponibilità finanziarie, beni immobili e mobili registrati per un valore di oltre 544.000 euro, e sono state sottoposte a sequestro e affidate ad un amministratore giudiziario le 5 aziende di fatto gestite dall'indagato, per un valore attuale stimato di circa 800.000 euro.